Mio padre attraverso le sue fotografie
Che la fotografia sia un occhio - talora fedele, talora deformante ma comunque sempre attento e vigile - sulla realtà, è un'opinione acquisita e confermata. Ma che si possa trovare in quest'arte un'altra componente, di fascino non minore, ossia la capacità di informarci riguardo al carattere ed alle qualità umane di chi si mette dietro al mirino, me ne convinco sempre di più osservando i lavori di mio padre.
Parlando da quasi profano, fotografo semidilettante quale sono stato e sono tuttora (non sempre, purtroppo, il frutto "non cade lontano dall'albero") - disattento quindi verso le componenti tecniche e quegli aspetti formali che altri sono interesstissimi a cogliere, rimango spesso suggestionate nel vedere come certi suoi ritratti - parte preponderante nell'opera di mio padre - vadano a delineare l'aspetto essenziale di una psicologia, di una situazione, di uno stato d'animo. Che si tratti di un bambino intento al gioco, di un adulto sorpreso nelle sue attività quotidiane, di un anziano perso nelle sue malinconie e nei suoi pensieri, intravedo in queste immagini quella che era una sua caratteristica umana tutta particolare e che ce lo rendeva così caro e importante: la capacità immediata di capire i problemi, di definire i caratteri, di partecipare con interesse anche alle piccole cose, trattandovi sempredelle suggestioni che poi trasmetteva con sagacia e chiarezza infallibili. Capacità preziose sprattutto per me bambino, poi ragazzo, sempre tanto curioso di sapere e di giudicare le cose.
Ci sono dei discorsi che "fotografano bene" una sitauazione, si dice... Non potremmo forse dire allo stesso modo che ci sono delle fotografie che sono "dei bei discorsi"?
Io mi azzardo a farlo e a tanti anni ormai dalla scomparsa di mio padre, grazie a questo mi pare che ci sia un dialogo con lui che continua ancora e che sempre continuerà.